LA LATTOFERRINA (Fonte: Ricevuto: 17 Giugno 2020 / Rivisto: 5 Luglio 2020 / Accettato: 9…
LA VITAMINA D
La Vit D cos’è, a cosa serve, benefici
(Fonte: www.issalute.it)
La vitamina D è una delle vitamine liposolubili, vale a dire che si scioglie nei grassi. Ne esistono in natura due forme principali: la vitamina D2 (ergocalciferolo) di origine vegetale, e la vitamina D3 (colecalciferolo) di origine animale.
Le vitamine sono molecole essenziali che l’organismo non può produrre da solo e devono essere introdotte attraverso l’alimentazione. La vitamina D, invece, anche se presente in alcuni alimenti è prodotta dall’organismo in seguito all’esposizione della pelle al sole. La radiazione ultravioletta, infatti, trasforma un grasso presente nella pelle, simile al colesterolo, in vitamina D3 (colecalciferolo). La vitamina D prodotta nella pelle, o introdotta con la dieta e assorbita nell’intestino, passa poi nel sangue dove si lega a una proteina specifica che la trasporta ai diversi organi e tessuti. Nel fegato e nel rene la vitamina D viene trasformata prima in calcidiolo e poi in calcitriolo, la molecola dotata di attività biologica.
La funzione principale e più nota della vitamina D è quella di favorire il processo di mineralizzazione dell’osso, aumentando l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio, e diminuendo l’escrezione di calcio nell’urina. La quasi totalità delle cellule dell’organismo è in grado di legare la vitamina D attraverso una proteina presente all’interno della cellula, detta recettore della vitamina D, ed è pertanto sottoposta all’azione della sua forma biologicamente attiva (calcitriolo). Oltre alle azioni sul tessuto osseo, la vitamina D ne svolge numerose altre, raggruppate comunemente sotto il termine di azioni extra-scheletriche della vitamina D. Oltre alle azioni sul tessuto osseo, la vitamina D ne svolge numerose altre raggruppate comunemente sotto il termine di azioni extra-scheletriche. Tra queste è di particolare importanza il contributo della vitamina D al buon funzionamento del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario). In particolare, la vitamina D è importante per l’attivazione della prima linea di difesa contro alcuni microrganismi patogeni poiché aumenta la capacità delle cellule del sistema immunitario, preposte a questa funzione, di eliminare microrganismi. Inoltre la vitamina D ha la capacità di modulare la risposta infiammatoria controllando il grado di attivazione di molte cellule del sistema immunitario e la produzione di fattori che intervengono nell’infiammazione.
LE FONTI DI VIT D
Esposizione al sole
Alla nostra latitudine, da circa la fine di marzo alla fine di settembre, una persona sana, e senza particolari fattori di rischio, dovrebbe essere in grado di ottenere quantità sufficienti di vitamina D dai raggi solari. La quantità di vitamina D prodotta dipende, però, da molti fattori, tra cui l’ora del giorno, la stagione, la latitudine e il colore della pelle. A seconda di dove si vive o dello stile di vita, la produzione di vitamina D potrebbe diminuire o essere completamente assente durante i mesi invernali.
Dieta
La vitamina D si trova anche in alcuni alimenti quali:
- pesce grasso, come salmone, sardine, aringhe e sgombri
- fegato
- tuorli d’uovo
- funghi, contengono vitamina D2 di origine vegetale
Tuttavia spesso l’alimentazione non è sufficiente a mantenere un tasso ematico di Vitamina D adeguato. Gli alimenti che dovremmo mangiare con maggior frequenza sono: pesce, uova e formaggi. Ma, spesso questo non è sufficiente, soprattutto in inverno quando l’incidenza del sole è minore sull’attivazione cutanea della nostra vitamina D.
In questi casi può essere utile l’integrazione tramite prodotti appositamente confezionati ricchi di Vitamina D.
MALATTIE ASSOCIATE ALLA CARENZA DI VIT D
In alcuni alimenti di fabbricazione industriale, ad esempio latte o cereali da colazione, la vitamina D viene aggiunta nella fase di produzione, e tali cibi vengono detti fortificati. La fortificazione degli alimenti, ed in particolare del latte, è una pratica molto diffusa in alcuni paesi (ad esempio, negli Stati Uniti d’America) ma non in Italia. Considerare latte e derivati come fonti alimentari significative di vitamina D è dunque un fraintendimento conseguente alla traduzione di informazioni da fonti anglosassoni. Latte e derivati infatti diventano fonti di quantità apprezzabili di vitamina D solo se “fortificati”, vale a dire addizionati di Vitamina D in modo artificiale. Una fonte importante di vitamina D è, invece, l’olio di fegato di merluzzo, ma non è un costituente normale della dieta. Si calcola che solo il 10-20% della vitamina D provenga dalla dieta ed il restante 80-90% dalla sintesi nella pelle dopo l’esposizione al sole.
La carenza di vitamina D, frequente molti anni fa specie nei paesi nordici, che per molti mesi all’anno hanno poco o niente sole, causa una tipica malattia dell’infanzia, il rachitismo. Si tratta di una malattia caratterizzata da una difettosa mineralizzazione dell’osso, che lo rende più fragile e deformabile, e ne determina tipiche deformità. Nell’adulto, la carenza di vitamina D causa una malattia simile, chiamata osteomalacia. La mancanza di vitamina D rende inoltre i denti più deboli e vulnerabili alle carie.
Molti adulti presentano mancanze lievi o più gravi nei livelli di vitamina D nel sangue. Tale carenza è più evidente nella popolazione anziana ed è probabilmente dovuta alla minore assunzione della vitamina D con la dieta nonché alla minore esposizione alla luce solare. Molti studi hanno evidenziato una chiara associazione tra la carenza di vitamina D e alcune malattie quali:
- malattie autoimmuni ed infiammatorie croniche
- diabete di tipo 1e 2
- malattie cardiovascolari
- tumori
- malattie neurologiche(ad esempio, sclerosi multipla)
- malattie respiratorie
Al momento non esistono però dati certi sulla efficacia della supplementazione con vitamina D nel migliorare il decorso clinico di queste malattie. Sono in corso numerosi studi clinici controllati che dovrebbero consentire di rispondere nei prossimi anni a questa domanda sulla base di evidenze più solide di quelle al momento disponibili.
È invece documentato da studi clinici che la somministrazione di vitamina D, in associazione ad un buon apporto di calcio, a persone molto anziane (più di 85 anni) riduce lievemente il rischio di frattura. Sono inoltre, noti gli effetti terapeutici dell’applicazione locale (topica) di vitamina D o suoi derivati, come terapia singola o in combinazione con ormoni steroidei, nelle persone con la psoriasi.
LIVELLI OTTIMALI DI VIT D NELL’ORGANISMO
Lo stato (status) della vitamina D si valuta misurando i livelli del suo precursore [calcidiolo, generalmente indicato con la sua formula chimica 25(OH)D] nel sangue ed esprimendo la sua concentrazione in nanogrammi per millilitro (ng/ml) o in nanomoli per litro (nmol/L). Variazioni stagionali nei livelli di vitamina D nel sangue sono ben documentate, con valori più alti in estate e in autunno e più bassi in inverno e primavera. La zona geografica in cui si vive (latitudine), il colore della pelle, il sesso e il peso corporeo contribuiscono alla variabilità dei livelli di vitamina D nel sangue.
Non c’è un consenso unanime nella comunità scientifica e medica su quali siano i livelli ottimali di vitamina D e sulla definizione clinica di carenza. In un recente documento dell’Associazione Italiana degli Endocrinologi Clinici, si considerano sufficienti nella popolazione generale valori uguali o maggiori di 20 ng/ml (50 nmol/L),
In una recente nota dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco, 2019) con la quale sono state aggiornate le indicazioni per la “Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D” nella popolazione adulta, si indicano come valori desiderabili di 25(OH)D valori compresi tra 20 e 40 ng/mL. Valori indicativi di “carenza” di vitamina D sono individuati, invece valori di 25(OH)D inferiori a 20 ng/mL
Quando diventa tossica?
Se quantità adeguate di D sono fondamentali per il nostro benessere, dosi molto elevate della stessa potrebbero causare un’intossicazione. Il limite che non deve mai essere superato è di 100 mg di colecalciferolo al dì.
L’eccesso di vitamina D può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi, con conseguenti spasmi muscolari.