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LA VITAMINA D

La Vit D cos’è, a cosa serve, benefici

(Fonte: www.issalute.it)

 

 

 

 

 

 

La vitamina D è una delle vitamine liposolubili, vale a dire che si scioglie nei grassi. Ne esistono in natura due forme principali: la vitamina D2 (ergocalciferolo) di origine vegetale, e la vitamina D3 (colecalciferolo) di origine animale.

Le vitamine sono molecole essenziali che l’organismo non può produrre da solo e devono essere introdotte attraverso l’alimentazione. La vitamina D, invece, anche se presente in alcuni alimenti è prodotta dall’organismo in seguito all’esposizione della pelle al sole. La radiazione ultravioletta, infatti, trasforma un grasso presente nella pelle, simile al colesterolo, in vitamina D3 (colecalciferolo). La vitamina D prodotta nella pelle, o introdotta con la dieta e assorbita nell’intestino, passa poi nel sangue dove si lega a una proteina specifica che la trasporta ai diversi organi e tessuti. Nel fegato e nel rene la vitamina D viene trasformata prima in calcidiolo e poi in calcitriolo, la molecola dotata di attività biologica.

La funzione principale e più nota della vitamina D è quella di favorire il processo di mineralizzazione dell’osso, aumentando l’assorbimento intestinale di fosforo e calcio, e diminuendo l’escrezione di calcio nell’urina. La quasi totalità delle cellule dell’organismo è in grado di legare la vitamina D attraverso una proteina presente all’interno della cellula, detta recettore della vitamina D, ed è pertanto sottoposta all’azione della sua forma biologicamente attiva (calcitriolo). Oltre alle azioni sul tessuto osseo, la vitamina D ne svolge numerose altre, raggruppate comunemente sotto il termine di azioni extra-scheletriche della vitamina D. Oltre alle azioni sul tessuto osseo, la vitamina D ne svolge numerose altre raggruppate comunemente sotto il termine di azioni extra-scheletriche. Tra queste è di particolare importanza il contributo della vitamina D al buon funzionamento del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario). In particolare, la vitamina D è importante per l’attivazione della prima linea di difesa contro alcuni microrganismi patogeni poiché aumenta la capacità delle cellule del sistema immunitario, preposte a questa funzione, di eliminare microrganismi. Inoltre la vitamina D ha la capacità di modulare la risposta infiammatoria controllando il grado di attivazione di molte cellule del sistema immunitario e la produzione di fattori che intervengono nell’infiammazione.

LE FONTI DI VIT D

Esposizione al sole

Alla nostra latitudine, da circa la fine di marzo alla fine di settembre, una persona sana, e senza particolari fattori di rischio, dovrebbe essere in grado di ottenere quantità sufficienti di vitamina D dai raggi solari. La quantità di vitamina D prodotta dipende, però, da molti fattori, tra cui l’ora del giorno, la stagione, la latitudine e il colore della pelle. A seconda di dove si vive o dello stile di vita, la produzione di vitamina D potrebbe diminuire o essere completamente assente durante i mesi invernali.

Dieta

La vitamina D si trova anche in alcuni alimenti quali:

  • pesce grasso, come salmone, sardine, aringhe e sgombri
  • fegato
  • tuorli d’uovo
  • funghi, contengono vitamina D2 di origine vegetale

Tuttavia spesso l’alimentazione non è sufficiente a mantenere un tasso ematico di Vitamina D adeguato. Gli alimenti che dovremmo mangiare con maggior frequenza sono: pesce, uova e formaggi. Ma, spesso questo non è sufficiente, soprattutto in inverno quando l’incidenza del sole è minore sull’attivazione cutanea della nostra vitamina D.

In questi casi può essere utile l’integrazione tramite prodotti appositamente  confezionati ricchi di Vitamina D.

MALATTIE ASSOCIATE ALLA CARENZA DI VIT D

In alcuni alimenti di fabbricazione industriale, ad esempio latte o cereali da colazione, la vitamina D viene aggiunta nella fase di produzione, e tali cibi vengono detti fortificati. La fortificazione degli alimenti, ed in particolare del latte, è una pratica molto diffusa in alcuni paesi (ad esempio, negli Stati Uniti d’America) ma non in Italia. Considerare latte e derivati come fonti alimentari significative di vitamina D è dunque un fraintendimento conseguente alla traduzione di informazioni da fonti anglosassoni. Latte e derivati infatti diventano fonti di quantità apprezzabili di vitamina D solo se “fortificati”, vale a dire addizionati di Vitamina D in modo artificiale. Una fonte importante di vitamina D è, invece, l’olio di fegato di merluzzo, ma non è un costituente normale della dieta. Si calcola che solo il 10-20% della vitamina D provenga dalla dieta ed il restante 80-90% dalla sintesi nella pelle dopo l’esposizione al sole.

La carenza di vitamina D, frequente molti anni fa specie nei paesi nordici, che per molti mesi all’anno hanno poco o niente sole, causa una tipica malattia dell’infanzia, il rachitismo. Si tratta di una malattia caratterizzata da una difettosa mineralizzazione dell’osso, che lo rende più fragile e deformabile, e ne determina tipiche deformità. Nell’adulto, la carenza di vitamina D causa una malattia simile, chiamata osteomalacia. La mancanza di vitamina D rende inoltre i denti più deboli e vulnerabili alle carie.

Molti adulti presentano mancanze lievi o più gravi nei livelli di vitamina D nel sangue. Tale carenza è più evidente nella popolazione anziana ed è probabilmente dovuta alla minore assunzione della vitamina D con la dieta nonché alla minore esposizione alla luce solare. Molti studi hanno evidenziato una chiara associazione tra la carenza di vitamina D e alcune malattie quali:

Al momento non esistono però dati certi sulla efficacia della supplementazione con vitamina D nel migliorare il decorso clinico di queste malattie. Sono in corso numerosi studi clinici controllati che dovrebbero consentire di rispondere nei prossimi anni a questa domanda sulla base di evidenze più solide di quelle al momento disponibili.

È invece documentato da studi clinici che la somministrazione di vitamina D, in associazione ad un buon apporto di calcio, a persone molto anziane (più di 85 anni) riduce lievemente il rischio di frattura. Sono inoltre, noti gli effetti terapeutici dell’applicazione locale (topica) di vitamina D o suoi derivati, come terapia singola o in combinazione con ormoni steroidei, nelle persone con la psoriasi.

LIVELLI OTTIMALI DI VIT D NELL’ORGANISMO

Lo stato (status) della vitamina D si valuta misurando i livelli del suo precursore [calcidiolo, generalmente indicato con la sua formula chimica 25(OH)D] nel sangue ed esprimendo la sua concentrazione in nanogrammi per millilitro (ng/ml) o in nanomoli per litro (nmol/L). Variazioni stagionali nei livelli di vitamina D nel sangue sono ben documentate, con valori più alti in estate e in autunno e più bassi in inverno e primavera. La zona geografica in cui si vive (latitudine), il colore della pelle, il sesso e il peso corporeo contribuiscono alla variabilità dei livelli di vitamina D nel sangue.

Non c’è un consenso unanime nella comunità scientifica e medica su quali siano i livelli ottimali di vitamina D e sulla definizione clinica di carenza. In un recente documento dell’Associazione Italiana degli Endocrinologi Clinici, si considerano sufficienti nella popolazione generale valori uguali o maggiori di 20 ng/ml (50 nmol/L),

In una recente nota dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco, 2019) con la quale sono state aggiornate le indicazioni per la “Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D” nella popolazione adulta, si indicano come valori desiderabili di 25(OH)D valori compresi tra 20 e 40 ng/mL. Valori indicativi di “carenza” di vitamina D sono individuati, invece valori di 25(OH)D inferiori a 20 ng/mL

Quando diventa tossica?

Se quantità adeguate di D sono fondamentali per il nostro benessere, dosi molto elevate della stessa potrebbero causare un’intossicazione. Il limite che non deve mai essere superato è di 100 mg di colecalciferolo al dì.

L’eccesso di vitamina D può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi, con conseguenti spasmi muscolari.

 

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